Victoria Hotel
Nell'albo dei miei ricordi questo posto è speciale; è qui che ho mosso i miei primi passi lavorativi in Scozia ed è qui che mi son sentita da subito "a casa". In questo post vi racconto emozioni, sensazioni e pensieri legati a questa esperienza.
12/4/20245 min leggere
Gennaio è un mese strano; ha con sè l'euforia delle feste natalizie appena passate e la consapevolezza di essere un nuovo inizio di qualcosa ancora non ben definito. Le giornate erano corte, la luce del giorno scompariva verso le 16:00 e ricompariva il giorno successivo verso le 8:00 del mattino. Il sole si vedeva poco, solo nubi, pioggia e vento per giorni e giorni. La mia giornata lavorativa iniziava molto presto, sveglia alle 6:00 e alle 7:00 iniziavo a preparare per le colazioni. Ogni giorno incontravo gente nuova, arrivati sull'isola per lavoro, o in visita a perenti o per seppellire qualcuno al piccolo cimitero e , perchè no, con grande sorpresa, anche cacciatori italiani arrivati sull'isola in cerca di beccacce. Dormivo in Hotel, mangiavo in Hotel, vivevo in quel piccolo microcosmo pieno di umanità.


La vita scorreva lenta, cadenzata dai turni di lavoro e di riposo. Mi piaceva quella atmosfera di porto di mare, gente sempre nuova che arrivava, ma anche persone del luogo che venivano regolarmente a prendersi un caffè o a mangiare al ristorante. Piano piano riconoscevo le facce, le loro storie e mi soffermavo spesso a chiaccherare con loro. Tutti mi chiedevano di parlare Italiano in quanto amavano ascoltare il ritmo dolce e cadenzato della nostra lingua. Dicevano che era come ascoltare musica melodiosa. Inutile dire che, al contrario, l'Inglese che veniva parlato in quella parte della Scozia era quasi incomprensibile per me. L'accento di Glasgow era molto forte e fu per me veramente difficile entrare in sintonia con i locali da subito; ci è voluto molto tempo e pazienza per riuscire a capire cosa stessero dicendo. Ebbi il piacere di conoscere anche il Parroco della Chiesa Cattolica dell'isola, il quale, incuriosito dalla presenza di questa Italiana, era venuto a trovarmi all'Hotel. Lui aveva studiato a Roma e parlava un po' di Italiano.


In poco tempo avevo fatto amicizia con tutto il team e avevo particolarmente legato con una ragazza rumena, Lucy e una ragazza polacca, Daria. Ancora tutt'ora le ricordo come due bellissime persone. La loro compagnia era piacevole e uscivamo spesso dopo cena a rifugiarci in qualche pub. Erano molto più giovani di me ed entrambe erano arrivate in Scozia per mettere via un po' di soldi e tornarsene nella propria Patria, diversamente da me che avevo altre ambizioni ovvero di costruirmi una nuova vita in Scozia.


Rothesay è un bel paese di circa 3,000 anime. Conta diversi Hotels, un'infinità di ristoranti e pubs, un cinema, un piccolo ospedale, la caserma dei Vigili del Fuoco, 2/3 chiese ognuna con il proprio cimitero, vari negozietti nella strada principale e fronte mare, oltre naturalmente scenari naturalistici indimenticabili. Il Supermercato è la Co-Operative Food ( da non confondersi con la Coop Italiana) ce ne erano 2 in paese; la più grande era vicino all'Hotel e ci andavo molto spesso a comperare frutta fresca, di cui ne sentivo assolutamente bisogno. Io mangiavo all'Hotel e mi ricordo ancora le buonissime zuppe calde accompagnate da pane e burro. Il salmone fresco era anche una mia grande passione assieme al " Scotch mince beef pie" ( una torta di carne a doppia crosta). Non sono mai riuscita però a mangiare l'Haggis ( tipico piatto della tradizione scozzese) sapore troppo forte per il mio palato. Malgrado tutti questi manicaretti, cominciai a perdere peso. Il continuo movimento quotidiano e la mancanza di carboidrati stava facendo effetto. La mancanza di Denis e di mio figlio si faceva sentire. Ogni giorno mi collegavo con loro e cercavo di raccontare la mia giornata e di farmi raccontare da loro come stava andando. Era dura, ma avevamo tutti lo stesso obiettivo e stavamo lottando per questo. Dopo anni che vivevo la mia vita in simbiosi con una persona mi ritrovavo da sola ad affrontare tutte queste novità eccitanti e avrei voluto che quella persona fosse lì con me per condividerla. Ma non era ancora il momento purtroppo.


L'Hotel Vittoria aveva un bellissimo e rinomato ristorante situato al primo piano, da cui si godeva una vista stupenda sul porto e la baia. Davanti all'Hotel c'erano dei bellissimi giardini ben curati con un'erbetta sempre verde che in Primavera si riempiva di fiori multicolori. Il menù che offrivamo era molto vario di carne o pesce fresco. Ricordo ancora con stupore le casse di scampi freschi appena pescati che il pescatore ci portava ogni 2 giorni. Oltre al ristorante c'era anche un'altra sala che era usata per banchetti ed eventi; è qui che imparai qualcosa sui "funeral party", cosa sconosciuta in Italia. Il defunto veniva ricordato e celebrato con un vero e proprio evento dopo la funzione funebre, dove venivano serviti zuppe calde, snacks salati e dolci, con bevande tipo the e caffè o birra. Un modo gioioso per ricordare il caro estinto. Al piano terra avevamo anche un bistrò dove il sabato sera c'era sempre musica dal vivo. Mi divertivo da matti e stavo imparando molto.




Gennaio era passato ed arrivò Febbraio. Ero già più di un mese che non vedevo Denis e la malinconia della lontananza si faceva sentire sempre più insistentemente. Alla fine Denis decise di prendersi un week end e di venirmi a trovare. Ovviamente, trattandosi solo di pochi giorni, decidemmo di vederci a Glasgow. . Presi il traghetto e poi il treno e ci incontrammo all'aeroporto. Avevo prenotato un bellissimo Hotel in stile Vittoriano fuori dal centro città, ma che si raggiungeva facilmente in treno. Ritrovarci dopo 6 settimane fu emozionante. Ci abbracciammo a lungo e ci sentimmo di nuovo uniti e felici. Trascorremmo un bellissimo week end assieme esplorando Glasgow per lungo e per largo; faceva molto freddo ma non ci importava nulla. Volevamo vivere ogni minuto cercando di immagazzinare ricordi e sensazioni che ci avrebbero aiutato ad andare avanti nelle settimane successive. I due giorni passarono così in fretta che neppure ci accorgemmo che era già ora di rientrare per entrambi, Denis verso l'aeroporto e io verso Rothesay. Ci lasciammo con l'intento di rivederci il prima possibile. La lontananza ci stava lacerando l'anima. Rientrai all'Hotel nella mia stanza e all'improvviso mi resi conto che ora avevo bisogno di trovare uno spazio tutto mio da chiamare "casa". Vivere in Hotel era stato fantastico e mi aveva aiutato un sacco a superare i primi tempi lontano da casa. Non ti sentivi mai sola, dato che c'era sempre qualcuno con cui condividere una chiacchera o chiedere un consiglio, ma ora era tempo di trovare un posto che potevo sentire tutto mio. E così mi misi alla ricerca e da subito capii che non era una cosa semplice. Ma vi racconterò tutto nei dettagli nel mio prossimo post.







